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Made in Italy

Installazione in forma di disegni su carte e cartoline antiche dedicata alla nostra patria - con un testo di spiegazione che recita così:

Cosimo Lorenzo Pancini[1] è nato a Roma nell’anno in cui il primo uomo mise piede sulla Luna. Per la precisione, cinque mesi e due giorni dopo. Si può affermare senza tema di smentita che tale connubio di ritardo capitolino[2] e di lunatica precisione è rimasta la cifra della sua esistenza. Ne è conseguita naturale passione per l’ossimoro e per i posti inesistenti (dai labirinti ludici ai romanzi grafici) che l’ha condotto alla sua attuale professione di designer multimediale, troppo spesso impelagato in luoghi colmi di ragnatele[3]. Di questa progressiva perdita di realtà dei luoghi che ama abitare soffre - non c’è bisogno di dirlo - anche la sua terra natia[4] che ama d’un amore pigro e certamente non ricambiato [5]. Per dirla meglio: si sente intimamente, piacevolmente e persino orgogliosamente “made in Italy”, ma tuttavia non riesce a non sentire questa come l’etichetta d’uno stivale griffato[6] che se ne giace capovolto in una scarpiera Ikea, a prender la polvere. Una dichiarazione di intenti, scritta sulla pelle, di lunatica imprecisione per un paese che, colpito dalla malattia del ritardo, procrastina con imperiale eleganza il suo essere un Posto Vero.

1 - Mercoledì 25 Maggio 2011 alle 18.00, in via il Prato 64 a Firenze inaugura una collettiva alla quale sono stato invitato, che si intitola Italia. Fiona Corsini e Francesca Guicciardini che curano la mostra mi hanno chiesto un testo per presentare me e la mia opera. Ne è venuta questa cosa qui.

2 - Alcuni direbbero “imperiale”.

3- Letteralmente, “siti web”.

4 - Sì, quella roba con la bandiera rossobiancoverde.

5 - Come molti del resto, ma è un altro discorso.

6 - Da marchio “made in italy” di proprietà di una holding franco-giapponese, e produzione rigorosamente asiatica.

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