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Typotravel

Il successo di uno studio lo si misura dalle buone abitudini.

Tra i buoni propositi di Studio Kmzero, da quasi dieci anni a questa parte, c'è la volontà di dedicare qualche giorno ogni anno per partecipare (o organizzare, come nel caso di Arsenale Festival e TypoBrainstorm) a fiere o eventi del mondo di visual design. Lo facciamo tutte le volte che ci è possibile, perché è proprio durante questi eventi che si trova l'occasione per sincronizzare lo slancio creativo, condividere la visione del futuro del nostro studio e rafforzare la passione per la nostra professione. 

Quest'anno è stato il turno del tanto atteso Typo London: referenziata convention londinese (anche se storicamente conosciuto nella versione TypoBerlin) dedicata al visual design e alla tipografia.

Nel contesto della bellissima sede dell'Institute of Education della London University l'organizzazione logistica era perfetta, con evidenti segni della precisione teutonica dei promotori, che tra le altre cose sono riusciti a far partire ogni singolo intervento all'ora esatta prevista dalla tabella di marcia. La selezione degli ospiti era ragguardevole e ricca di pionieri del nuovo linguaggio visuale: da Michael Bierut di Pentagram a Chip Kidd, Neville Brody, Lawrence Weiner, Jonathan Barnbrook, Jonathan Ellery ed altre facce note del panorama internazionale. Ad introdurre gli interventi tra i facilitators uno straordinario Erik Spiekermann. Nell'arco dei tre giorni di conferenza abbiamo assistito a interventi stimolanti e innovativi, ma purtroppo molti di questi risultavano decisamente lontani dal tema dell'evento (Places/Luoghi). Tra i pochi speakers che sono riusciti a coniugare il tema del design tipografico con quello del legame col territorio vogliamo segnalare:

Gary Hustwitregista del celebre Helvetica,  ha introdotto il suo nuovo documentario Urbanized con il quale mostra i risultati sorprendenti ottenuti da progetti fai da te per la riqualificazione di aree urbane per mano dei cittadini stessi. Un intervento lodevole anche per la sua natura sociale, che si è concluso con una sfida in tre punti dedicata a tutti i visual designer: "1) Identifica un problema nella tua città, 2) Metti insieme degli amici, 3)Fate un brainstorm del problema, per agire tutti insieme. "

Tim Fendleyautore della nuova segnaletica informativa londinese, ha affrontato con competenzale criticità del rapporto fra persone e luoghi. Fendley ha proposto soluzioni semplici, ma che all'atto pratico cambiano il modo di vivere un ambiente quando non lo si conosce: in ogni angolo della città una pianta del quartiere indica con precisione dove ci si trova e l'area che si può raggiungere camminando a piedi per 5, 10 o più minuti. Chiunque visiti Londra potrà godere, grazie al meticoloso lavoro di Tim, di un approccio più immediato con la città.

Jonathan Barnbrook è un caro amico, ma ogni volta che assistiamo alle sue conferenze scopriamo nuovi aspetti del suo lavoro e dei suoi percorsi di ricerca. Troviamo sempre affascinante ripercorrere le ispirazioni che hanno portato alla luce dei capisaldi della tipografia contemporanea quali l'Exocet o il Mason, fortemente legati alle architetture londinesi così come ai temi sociali, su cui Jonathan lavora con aspra ironia. 

Indimenticabile infine l'intervento del giovanissimo designer Julian Zimmermann che ha presentato un singolare caso-studio di brand identity: quella per il Re del Ghana Tradizionale Céphas Bansah. La storia di un personaggio carismatico e intraprendente, di un piccolo/grande impegno sociale, di un fortunato incontro di culture che ha realizzato per un'attimo quello che Stefan Sagmeister giudica il più alto obiettivo di ogni grafico: "toccare il cuore delle persone con il design".

Una personale nota di merito va a tutte le speaker donne, che per livello qualitativo degli interventi hanno alimentato il mio orgoglio femminile di designer. Notevole la qualità del lavoro tipografico di Nadine Chahine, che ha creato le versioni arabe di Helvetica, Frutiger e Palatino per Lynotipe, e grandissima Nat Hunter dell'agenzia inglese Airside, che ha evidenziato nel suo intervento uno dei temi cardine di questa conferenza, ovvero la capacità di storytelling del buon design. L'importanza della dimensione narrativa è alla base del suo progetto di user interface per i touch screen della Virgin Atlantic.

Tirando le somme, cosa si può dire di questo Typo London 2011? Ci saremmo aspettati più Typo e più Places, e soprattutto più possibilità di fare networking con gli ospiti... ma la conferenza londinese ha comunque portato buone energie e ispirazioni. Siamo tornati a Studio Kmzero con gli sketchbook carichi di nuovi buoni propositi e qualche nuova amicizia. Typo London è stata l'occasione per conoscere  Simone Wolf, designer tedesca di origini, ma attiva in Italia con il suo studio Type*s e Rian Hughes, autore di notevoli opere di illustrazione, type e design con il quale - abbiamo scoperto - condividiamo la stessa filosofia lavorativa. Bellissime persone.

Anche questa volta ne è valsa decisamente la pena!
 

PS: Data la presenza della connessione wifi è venuto naturale di seguire e contribuire ad un tweet-report degli avvenimenti in tempo reale. Un'operazione molto utile anche perché molte lectures erano purtroppo in contemporanea in due sale diverse ed era comunque possibile seguire gli highlights in diretta. Le massime proposte dal palco degli speaker rimbalzavano di tweet in tweet, scandendo le tre intense giornate del convegno. Eccone una selezione:

Communication is aid - Nat Hunter, Airside
Quality is the best business plan -John Lasseter, Pixar ?
The era of low expectations of type on the web is at an end - Titus Nemeth, BBC 
Typefaces are ingredients - Nadine Chahine, Linotype
The brand has become a playground - Jeff Faulkner 

PPS: Alcuni sketch realizzati durante la trasferta londinese di Studio Kmzero dal mio socio Cosimo Lorenzo Pancini sono visibili qui 

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