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Nuovi modi di pensare, nuove possiblità. Problemi?

(sottotitolo: gare, etica del design e poster censurati)

Ti faccio una domanda.
Mettiamo che sei un salumiere.
Arriva un tipo e dice: 

-Stasera ho gente a cena. 
-Mh. E allora? 
-Per i miei ospiti voglio il prosciutto top. Quindi sai che faccio? 
-No. Dimmelo.
-Vado da tutti i salumieri top della città e chiedo a tutti un etto di Parma. 
-Gratis?
-Ma che gratis. Si chiama crowdsourcing. New thinking, new possibilities, amico. 
-Ah.
-E poi, quello che mi è piaciuto di più, lo pago. 

Cosa risponderesti? 
Casomai siamo in un periodo di crisi del prosciutto.
Casomai pensi che potresti avere un nuovo possibile cliente. 
Mica è facile. 
Ma proviamo a rispiegartela.

Mettiamo che sei un grafico.
Arriva una mail che ti invita ad un contest su invito:

“Il contest richiede di realizzare una creatività caratterizzandola con lo stile distintivo del vostro studio su tre supporti (brief in allegato). ?I progetti verranno presentati sul portale di Fuorisalone, sul sito di Hyundai Creative Lab e presentati in occasione del party Fuorisalone by Hyundai alle Officine del Volo di via Mecenate venerdi 20 Aprile 2012 in occasione della Design Week.”

Per il vincitore è previsto un premio/rimborso spese.
Il brief è molto preciso ed articolato. 
Richiede la realizzazione di un manifesto, di un pattern e la customizzazione del veicolo.
Sul sito leggiamo:

“Rappresenta graficamente sui 3 artefatti richiesti il pay off New Thinking. New Possibilities usando il linguaggio grafico distintivo del tuo studio e interpretandolo liberamente.”

Noi, liberamente, ci pensiamo su.
Pensiamo a questo nuovo modo di pensare.
Siccome pensiamo liberamente, ci vengono pensieri un po’ sovversivi.
Che questo new thinking sia un modo molto comodo di avere una mostra di venti poster al prezzo di uno.
Che sia una forma di crowdsourcing o di spec work resta una pratica professionale che associazioni internazionali hanno dichiarato eticamente scorretta e che vediamo sempre più diffusa. Però non vogliamo essere troppo polemici.
È una possibilità, ci diciamo.
E poi gli organizzatori hanno un bel sito, sono gente a posto.
È uno studio milanese referenziato; ci piacciono i loro lavori.
Siamo onorati dell’invito.
Alla peggio, ci espongono al Fuorisalone.

Questa situazione strana ci tiene un po’ in stallo.
Per un po’ cerchiamo di crederci, alla visione idealista tanto bene espressa dal bello spot di Hyundai.
Le nuove forme di pensiero. Le nuove possiblità.
Il prosciutto.

No.
Non ce la facciamo.
Liberamente, hanno detto.
Ecco, liberamente, pensiamo che ci vorrebbe uno sberleffo.
Quella che il new thinking del web chiamerebbe una "trollata" .
Perché noi siamo new thinking, altroché se lo siamo.

Puoi fare una cosa completamente scema e dargli un senso completamente serio?
C’è niente di più serio della nostra etica?


Liberamente, facciamo questo poster.
E lo spieghiamo così:

Nell’era dei social network i pensieri volano veloci, e l’ironia si adatta ai nuovi contesti creando innovative forme di comunicazione. È il caso dei “meme”, personaggi simbolici usati per caratterizzare determinati atteggiamenti sul web come l’off topic, i messaggi provocatori, le azioni di disturbo. Nuovi modi di pensare e comunicare fuori dalle convenzioni, per riassumere nella forza di un'immagine iconica una scheggia di vissuto inesprimibile a parole. Per Studio Kmzero il new thinking assume allora le sembianze di una "trollface" che destabilizza il naturale ordine delle cose chiedendo provocatoriamente: "problemi?"

Quello che in gergo tecnico, in Toscana, si chiama una supercazzola.
Oppure, se volete, quello che nel buddismo Zen si chiama “mu” , la risposta che evidenzia l’assurdità della domanda.

Tutto sommato siamo quasi soddisfatti, insomma, di questa partecipazione al contest.

E il seguito, vi assicuriamo, è ancora meglio...

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