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Nivola in Toscana: sorprendente storia di arte e passione

Costantino Nivola era uno di quei personaggi per cui non esistono parole sufficientemente versatili per dare una definizione. È stato grafico, scultore, poeta, pittore, architetto, scrittore e altro ancora. Ha vissuto la sua vita in modo totalmente romantico, intendendo l'accezione storica del termine: ogni singola azione o produzione che lui abbia realizzato trasuda la passione di chi affronta la propria vita con quello spirito artistico che rende la vita stessa una vera opera d'arte.

Non a caso, la sua storia si incrocia con personaggi di fama indiscussa come l'amico Le Corbusier, l'eclettico vicino della sua casa negli East Hampton Jackson Pollock e il poeta Salvatore Quasimodo, che pare sia stato testimone alle sue nozze con Ruth Guggenheim nel 1938.

Nivola, morto nel 1988, era di Orani, piccolo e caratteristico paese dell'entroterra sardo, ma ha vissuto la maggior parte degli anni fecondi della sua carriera principalmente negli States.

Ciò che non era ancora mai stato sufficientemente investigato precedentemente è il legame che questo artista ha invece avuto con la Toscana, come ad esempio Pietrasanta - per il marmo più bello e prezioso del mondo con cui amava realizzare le sue sculture - ed in particolare con un piccolo paesino (poco più grande di Orani) ubicato tra le vallate del Mugello e della Valdisieve: Dicomano.

 

Angelino Mereu, originario di Orani come Nivola, vive a Firenze da molti anni, ma come sempre succede a chi ha sangue sardo nelle vene, il legame con la terra d'origine se lo protegge con fierezza; Angelino infatti, dotato di un raffinato gusto artistico, da sempre collezione rarità e coltiva la passione per l'arte, con un evidente favoritismo per gli artisti della sua stessa provenienza.

Per un fortuito susseguirsi di eventi, Angelino ha negli anni trovato traccia di Nivola a Dicomano e - con curiosità, perizia e passione - ha ripercorso questi indizi ricostruendo uno spaccato inedito della vita dell'artista negli anni '80; ha dunque scoperto che anche la Toscana è custode di numerose opere firmate Nivola, tra cui la casa stessa dell'artista, che era destinata ad un progetto artistico educativo che purtroppo non ha avuto compimento.

 

Mentre prendevo un caffè con la mia amica Arianna Mereu, un sabato mattina, sono rimasta affascinata dai racconti di questi ritrovamenti di suo babbo, Angelino. Dalle ricerche negli archivi, dalla scoperta delle persone che a Dicomano hanno incontrato Nivola e dell'inaspettato ritrovamento di opere custodite dalle famiglie del paese.

Nel sentir parlare Arianna di Angelino ci ho rivisto mio babbo, pittore fiorentino ben quotato negli anni '70, che amava investigare sulla vita dei suoi artisti di riferimento. Se mio babbo fosse stato ancora vivo non avrei esitato a sostenere un suo progetto. E capivo bene la volontà di Arianna di supportare la pubblicazione del libro, per la quale sono stata invitata ad occuparmi dell'impaginazione.

Ho accettato questo lavoro per sentimento, ma ho finito sentendomi davvero fiera di aver dato un piccolo contributo ad un tassello storico che parla di passione e design (argomenti che mi stanno molto a cuore) e sono davvero riconoscente a Arianna, Angelino e Enrica (che ha condiviso con il marito questo affascinante percorso) per avermi coinvolto, dandomi la possibilità di conoscere la bellezza della storia di questo sorprendente artista.

Il libro, bilingue, è edito da Nardini Editore ed include due prefazioni d'eccezione, di Richard Ingersoll, docente di storia dell'architettura in varie università  e Giuliana Altea storica dell'arte, critica e curatrice

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